sabato 9 luglio 2016

meh

La maggior parte delle giornate mi sembra di non aver vissuto. Mi sembra semplicemente che il resto del mondo sia invecchiato di ventiquattro ore. È una sensazione piuttosto difficile da descrivere, come se fra me e la vita ci fosse una qualche sorta di barriera impenetrabile, come guardassi tutto  da dietro una membrana. 

Mi è estremamente difficile eccitarmi per qualcosa e me ne vergogno. 

È tutto molto ovattato. In generale. Quanto è fastidioso che qualunque cosa abbia sempre mille eccezioni? Ironicamente l'unica regola senza eccezioni è quella che ogni regola ha le sue eccezioni. Il che credo crei un paradosso, ma non ho voglia di mettermici a pensare troppo. Il fatto che crei un paradosso dà solo l'impressione di rafforzare l'idea che ogni cosa abbia cinquanta asterischi a contornarla. 

Abbiamo sviluppato un certo gusto per la merda intimista, dove tutti fanno a gara a chi può mettersi più a nudo per gli altri. Il risultato è che per non accettare l'infinita banalità della vita di chi si spoglia, si è costretti a pensare che questo essere così volgarmente sinceri sia la manifestazione di un'insincerità di secondo grado. Strato sotto strato. Chiaramente questo processo è involontario. 

C'è qualcosa di profondamente insincero e di plastico nel luminoso sorriso di una ragazzina che in dodici minuti di vlog con musica da ukulele in sottofondo ti mostra camera sua. Quello che ha comprato quel giorno. Cosa c'è nella sua borsa. La membrana è visibilissima. Non solo quella fisica dello schermo, chiaramente. È così vicina, la sua vita, che nemmeno la vuoi. E se non la vuoi è empiricamente comparabile all'essere infinitamente lontana. 

Sono immensamente non ironiche. Immensamente sincere in quello che ti raccontano. E allora l'ironia cominci a vedercela tu. Non può essere tutto lì, non posso davvero conoscerti dopo cinque dei tuoi merdosi video.

Non che non siano divertite o che si prendano sul serio. Ma non hanno nessuna pretesa di finzione, nemmeno una piccolissima. The show non è... non c'è affatto. Non esiste il palcoscenico. Quando nei romanzi del novecento si dice che viene messa in scena la vita, si intendeva qualcosa di profondamente diverso. 

Quanto è importante guardare un personaggio e non una persona? Immagino molto se la persona è confondibile con un personaggio bidimensionale.

Settembre è il mio mese preferito. I tramonti lunghi e i colori caldi e la fine della pressione sociale per andare al mare. I pini marittimi. Non che ce ne siano molti qua attorno. C'è una vecchia pubblicità dell'estathé dove due ragazzi vanno in motorino su una strada in mezzo a una pineta che è di una bellezza struggente. Uno dei motivi per cui ho voluto cercare di imparare a scrivere era quello di ricreare le sensazioni che mi dava quella pubblicità.

Grazie televisione commerciale e grosse multinazionali, immagino.

Dopo i politici e gli impiegati comunali, gli economisti sono probabilmente la categoria di lavoratori più disillusa in assoluto. 
Dopo un tot di anni in impresa il sistema diventa così indistinguibile dall'aria che respiri che l'idea di contestarlo sparisce pure dall'immaginario delle indignazioni della domenica. È qualcosa di molto romantico in un suo senso perverso del termine. Non so se li invidio o mi spaventano. 

Non sono io che ho paura di troppe cose, sono gli altri che non ne hanno abbastanza. Forse. 






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