domenica 7 agosto 2016

La vita è bella e tutti ce la possono fare e Marco Montemagno.

(parentesi iniziale auto-giustificante: sì, la terza parte della storia breve è in lavorazione. Lezione imparata: prima scrivere tutto, poi separare e pubblicare a intervalli regolari.)
"Tutti i libri che non ho mai letto", olio su tela, 2016.
Mi piace pensare (e qualche amico lo conferma) di essere diventato molto meno intollerante negli ultimi tempi. Di aver fatto più mia la frase - tanto adulta quanto noiosa - ciascuno può fare quello che vuole, i gusti son gusti.

Che male metterla nero su bianco. 

Ma oggi, per l'intrattenimento dei canadesi che per qualche strano bug di google analytics costituiscono il 10% del mio pubblico, metterò via tutti i progressi fatti nella direzione di diventare una persona calda e comprensiva, e sputerò veleno.

Perché Gesù se il piccolo Monty non mi fa ribollire il sangue nelle vene ogni volta che vedo la sua faccia incredibilmente grossa e incredibilmente vicina alla camera. Quindi direi di cominciare.

Per chi sia stato risparmiato dai suoi video su Facebook, Marco Monty Montemagno è un ex campione di ping pong, auto professato imprenditore (credo? non mi denunciare, non si capisce mai un cazzo di cosa fai nella vita) che vive in Inghilterra. Ha fatto una montagna di "progetti" e "idee" e accumulato un gran numero di "hater". Ma recentemente, e cito questo perché è stato il motivo principale per cui mi è stato inflitto, ha iniziato una serie giornaliera di video motivazionali fra i tre e i cinque minuti.

Non guardami così Marcolino, sappiamo entrambi benissimo chi sia quella persona ;^)

Ogni giorno in Africa un bambino muore. Ogni giorno in Occidente esce un nuovo video di Marcolino. Non sto dicendo che ci siano dei collegamenti, ma i fatti sono fatti. Edgy, lo so.

Andiamo a vedere qualche video.

Aaah, quante cose. E si comincia da Steve Jobs, un vero e proprio feticcio per gli incoraggiatori del nuovo millennio. Il grande inventore, il genio spericolato, il prototipo del self-made man. Che palle.

Mi prendo una piccola tangente per parlare male di tutti coloro i quali sono andati a scuola dallo stesso web-coach e fanno i video con lo stampino, fra cui anche il nostro Marchi Mark.
Vediamo se ritrovate qualcuna di queste cose in altri video di altri youtuber:
1) copertina video composta da qualche parola in grassetto e la faccia confusa/eccitata/triste dell'autore.
2) l'uso di sempre le stesse due o tre musiche per rappresentare i diversi stati emotivi. Video triste? Arpeggio al piano. Video felice? Royalty free ukulele di merda.
3) format rigidissimo che rende il video la cosa meno sincera immaginabile. Marcolino bim bum bam racconta un giorno che li fa alla mattina. Così, come improvvisasse. Che culo allora che ogni giorno la tua fantasia partorisce esattamente lo stesso concetto con un vestitino diverso.
4) jumpcuts e zoom in/zoom out assolutamente inutili. Davvero Marco boy non riesci a memorizzare due minuti e trenta di copione e ripeterlo senza dover tagliare il video? Davvero? Ma non erano fondamentali professionalità e dedizione?

Mi fermo qua, ce ne sarebbero molti altri ma il punto mi sembra ormai chiaro.

Qual è allora l'offesa più grossa dei suoi video, in definitiva? Sono inutili.

Sono vaghi il giusto per non dire nulla lasciando l'impressione di aver detto qualcosa. Non sono aria fritta, sono il tipo sbagliato di aria fritta. So che sembra strano da dire, ma dopo due anni di economia quel poco che ho imparato è che appunto esistono vari gradi di stronzate generiche che sembrano dirti qualcosa ma non lo fanno. Alcune sono addirittura positive. E il tipo di papa Marcu è fra i peggiori. È il tipo che ti da l'impressione che il suo autore sia totalmente a capo dell'argomento, e che sia in grado di rispondere a qualunque domanda. Non solo, ma che sembra aver affrontato e risolto l'argomento. È il tipo di aria fritta che ti lascia intendere che il suo autore sia invincibile e padrone totale del campo. Al punto che la domanda più naturale è sempre la stessa: ma che ci fai allora a fare i video?

Quando Marchi Marchi parla di come:

Finisce che la fenomenologia del video ti porta a credere, o meglio si comporta come se ti avesse portato a credere, che ce la puoi fare davvero. Piccola parentesi. Come sei bello e speranzoso mentre guardi verso l'infinito Marcaroo.

Quante cose anche qua. Tanto Mandela l'apartheid l'ha combattuta in primis con gli attacchi terroristici. E sappiamo tutti cosa succede quando gli imprenditori lavorano con la filosofia del fine che giustifica i mezzi. Poi questa ossessione, ossessione veramente, per le persone negative. Per gli hater, come ho detto prima, i pessimisti, i rinunciatari.

Dovreste fare una statua a quelle persone. Sono quelle che cercano di farvi vedere attraverso il vostro delirio incantato di successo e conquista. Quando ti dicevano che non ce l'avresti fatta coi video di youtube eh, che stronzi. Non avevano compreso tutto il tuo potenziale da 5000 visualizzazioni al giorno. Valeva la pena di svegliarsi ogni mattina alle cinque e mezza per fare il video, vero?
E lo so benissimo che su Facebook fai ben altri numeri, ma ci sarebbe un piccolo dettaglio, su Facebook l'acquisto di visualizzazioni è non solo legale, ma fortemente incoraggiato.

Con questo non voglio dire che tu compri le visualizzazioni Monte dei Paschi, non mi permetterei mai. 
Assolutamente.
Maaaaaaaaaaaa. No niente, è che mi sembra ci sia qualcosa di strano. Mmh. Come mai hai un unico video da 600k visualizzazioni? È solo perché l'hai messo in cima alla pagina? Possibile, possibile.
Maaaaaaaaaaaa allora come mai hai delle visualizzazioni così ballerine? Un video 300k, quello dopo 150k, quello ancora dopo 42k. Poi 42k per un bel po' e poi indovina? Hai fatto di nuovo il botto! Wow, 380k visualizzazioni su una pagina da 180k mi piace. Si vede proprio che le persone condividono e apprezzano la tua saggezza... ma non abbastanza da guardare il video che carichi il giorno dopo, però. Eh Monty Python, certo che il mondo è strano...

Quanta verità.
Ma dove li vedete tutti questi hater? Dove stanno? Chi sono? 
Sto per dire una delle frasi che voglio mi mettiate sulla lapide: non è che se uno ti critica allora è un hater, Marco Lindo.
Sembri capirlo, perché quell'immagine per tremenda che sia quantomeno azzecca la definizione, ma nei tuoi video te ne dimentichi costantemente. 
Sembrate inseguiti, cazzo. Perseguitati. Sembra che quando vi alzate alla mattina e andate al bar a prendere il caffè ci siano quaranta persone pronte a sputarci dentro prima ancora di riuscire a buttare giù il primo sorso.

Scorro i commenti dei tuoi video e non ne trovo uno negativo. Altra cosa un pochino sospetta, Super Frutto. E quindi tutti gli hater? Ce l'hai fatta, hai conquistato tutto, hai sbloccato il segreto finale per il successo... dove sono le orde di odiatori professionisti? Perché non ti hanno dato fuoco alla macchina, minacciato la famiglia?

Ecco un'altra bomba atomica di verità: in assoluto le persone non odiano, sono indifferenti. Maestosamente, sommamente indifferenti. Nei tuoi confronti come nei miei. Non fai eccezione. 

E poi, cazzo, ma di cosa stiamo parlando? Progetti di business. Tutto qua. Cinque dei tuoi video e sembra che stai formando quelli che un giorno inventeranno la democrazia, non una nuova marca di shampoo che finalmente non brucia gli occhi nella doccia.

Ma voi siete speciali. Di più, voi siete diversi:


Ed eccoci qua: la ciliegina di sterco fumante sulla torta di sterco fredda. Voi siete i diversi. I sensibili. I superiori. Solo voi potete capire la musica triste in sottofondo e la webcam a tre centimetri dalla faccia.
Vi allontanate dalla massa, la massa che torna però molto comoda quando serve per dimostrare che hai ragione e successo. Venite derisi. E di nuovo il chiodo fisso della persecuzione. Ma chi ti deride, Marchigiano? Io in questo momento, certo, ma non potevi mica prevedere il futuro.
Si potrebbe prendere ogni parola di quel video e commentarla, criticarla, deriderla. È un achievment da un certo punto di vista. Richiederebbe troppo tempo, però, e troppa pazienza del lettore, soprattutto. Di conseguenza preferisco lasciarvi con due commenti, a cui il commento, appunto, non è necessario:
Nome della sinfonia.

LO TRASRIVO













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