Noi crediamo che la vita sia intrinsecamente e moralmente costituita dall'esperienza. E che sia, e ne consegua, intrinsecamente legata al piacere e al dolore. Così che questi si possano dire, oggettivamente e naturalmente, i metri di giudizio dell'esperienza.
comma all'art. I
Noi crediamo, vale a dire, che si possa definire "naturale", o "giusto", o "secondo natura", cioè che è tale soggettivamente. Che dal momento in cui qualunque forma di espressione, sia in entrata sia in uscita, è alterata e deformata dall'individualità, la questione della vera natura delle cose si rende spuria e perde di significato. Non che i gradi di corruzione non esistano. Non crediamo che ogni montagna o abisso siano ugualmente alti o profondi. Solo che, in termini assoluti, è impossibile rimanere incorruttibili. In questo senso affermiamo con vigore la nostra fede nell'importanza dell'esperienza.
comma secondo all'art. I
Conversamente crediamo, consapevoli di non poter mai avere una risposta sicura alla nostra fede, che esista una reale e oggettiva natura delle cose. Che esista anche una verità intrinseca, e una risposta precisa ed esaustiva a tutti i quesiti fondamentali della filosofia. Ma crediamo che questa risposta, se conoscibile, non sarebbe mai comunicabile, perché nella comunicazione verrebbe mediata, e mediandosi perderebbe interamente il suo significato.
Articolo II
Stabilita quindi l'esperienza, e la consistenza dell'idea di "giusto", e di "sbagliato", noi crediamo che giusto sia l'accumulo, lo sforzo verso la collezione dell'esperienza, e sbagliato sia il suo contrario. Ugualmente crediamo che, perché la raccolta di esperienza sia soddisfacente, essa deve contenere, in misura considerevole, ciò che chiamiamo piacere.
comma all'art. II
Definiamo piacere come ciò che è soggettivamente gradito al soggetto dell'esperienza.
comma secondo all'art II
La brevità del comma I non è casuale, e dovrebbe venire considerata. Esso non include casistica né eccezioni, e in questo crediamo.
comma terzo all'art II
Crediamo, cioè, che la ricerca del piacere sia moralmente auto-giustificata, e che essa abbia il diritto/dovere di prevaricare la libertà altrui. Non siamo contrari al rispetto della legge, ma non fingiamo di trovarla giusta. La legge è una sovrastruttura, e un binario. All'interno di essa ci troviamo come in autostrada, e molto del piacere sarà su di essa, indubbiamente, ma molto altro si trova e si troverebbe qualche metro oltre il guard-rail.
Articolo III
Qualora la ricerca del piacere sia ostacolata, nei mezzi e nelle misure della giustizia o dell'ingiustizia, la prevaricazione sarà probabile e naturale. All'interno o all'esterno della legge a seconda dei casi.
Articolo IV
L'edonismo è un umanismo.
Articolo V
"Il peso delle conseguenze", è un costrutto sociale.
comma all'art V
Crediamo in maniera coscienziosa e prudente all'idea di costrutto sociale. E che debbano esserci argomentazioni forti per reputare un credo, una convinzione preesistente, un costrutto sociale.
comma secondo all'art V
Ma in questo caso siamo sicuri. Le conseguenze sono temporanee, come tutto, e il loro tempo è breve. Le conseguenze non esistono alla stessa maniera in cui non esistono i periodi o le età della vita.
Articolo VI
Anche la depravazione, o la morale, sono costrutti sociali.
Articolo VII
Spiritualità e interiorità sono scelte. Alla stregua del colore dei propri vestiti. Non portano o sottraggono valore.
Articolo VIII
La lotta umanitaria è per la diffusione del piacere. Per la sua liberalizzazione. Per la sua accettazione.
Articolo IX
La scelta più efficace e diretta, ci sembra, per la diffusione del piacere, è la lotta politica.
comma all'art IX
La diffusione del piacere non solo nella popolazione, ma direttamente in chi pratica l'attività politica.
comma secondo all'art IX
Non vi è fine alla lotta politica, così come non vi è fine alla ricerca del piacere.
comma terzo all'art IX
La lotta politica è causa di piacere. Se non lo è, va abbandonata.
comma quarto all'art IX
Ogni atto di amore politico è un atto di amore per se stessi.
comma quinto all'art IX
"L'Ètat c'est moi!" non è una pretesa, è una necessità.
Articolo X
I rumori e i sofismi svaniranno a un tempo. Tutto sarà calmo. Nei ricordi un consumo, e la carne. Il cibo e il vino. Il sonno. Il successo. Nei ricordi ci sarà un solo colore. Ciò che è stato è stato piacere, e il resto non è. C'è chi nasce per servire la legge, e non troverà mai sollievo. C'è chi nasce per fare la legge, e la propria soddisfazione sarà misera e fondata nel flagellare gli altri. E c'è chi nasce per stare sopra la legge, e saprà portare a compimento la necessità universale della ricerca dell'esperienza.